Il premier Draghi firma insieme al sindaco Manfredi il “Patto per Napoli”

Siglato l'accordo tra lo Stato e il Comune di Napoli per il ripiano del disavanzo e per il rilancio degli investimenti

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Il premier Draghi firma insieme al sindaco Manfredi il Patto per Napoli

Il premier Draghi firma insieme al sindaco Manfredi il “Patto per Napoli”

Nell’antica Sala dei Baroni, al Maschio Angioino, alla presenza del Presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca e di altre autorità politiche, militari ed ecclesiastiche, il presidente del Consiglio Mario Draghi ha sottoscritto insieme al sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, dopo mesi di intensa attività istituzionale e di progettualità, il “Patto per Napoli“.

L’accordo tra lo Stato ed la Città di Napoli è un piano di sostegno economico al Comune per risanare il bilancio e rilanciare i servizi cittadini.

Prima della firma l’assessore al bilancio Pier Paolo Baretta ha illustrato alla stampa gli aspetti tecnici dell’accordo.

Nell’ambito di una legge che riguarda i grandi capoluoghi il Comune riceve dallo Stato 1 miliardo e 231 milioni, distribuiti in 21 anni (erogato in quote annue fino al 2042), a fronte dell’impegno a riformare strutturalmente la macchina comunale.

A fronte di tale contributo, il Comune di Napoli, ha articolato una serie di interventi che vedranno coinvolti vari settori e interventi strutturali riguardanti l’efficientamento della riscossione, la valorizzazione del patrimonio comunale e la riorganizzazione delle partecipate comunali.

Entro il 31 marzo di ogni anno, e fino al 2042, il Comune riceverà le somme assegnate che non pregiudicheranno la possibilità per l’Ente di poter acquisire ulteriori contributi statali.

A fronte del contributo, l’amministrazione assicura risorse proprie – circa 307 milioni di euro – pari ad un quarto del contributo statale previsto.

L’accordo lascia la possibilità di ridiscutere annualmente le misure finanziarie, non sarà, invece, possibile ridiscutere gli interventi strutturali quali la riorganizzazione della riscossione con l’affidamento a una società esterna attraverso un bando, la valorizzazione del patrimonio grazie all’accordo con Invimit, la riorganizzazione delle società partecipate, così come sottolineato da Baretta.

Le prime parole dell’assessore Pier Paolo Baretta in occasione della firma del “Patto per Napoli” che porterà alla Città di Napoli un contributo dello Stato utile al rilancio della città

”Siamo di fronte alla svolta, non è la soluzione dei problemi. Ora è il momento di impegnarsi, da oggi molto spetta a noi che dobbiamo realizzare e spendere bene’. Il Comune ha stilato un piano che prevede il recupero di 800 milioni e dunque i 500 milioni in più sono a nostra completa disposizione e potremo decidere se spendere queste risorse o se destinarle al recupero del disavanzo o del debito”.

Alcune parole del sindaco Manfredi

“La firma del Patto per Napoli rappresenta un momento fondamentale per il rilancio dell’azione amministrativa e la costruzione di un futuro migliore per la nostra città.

La situazione attuale si riassume in un quadro desolante. Condizioni di bilancio drammatiche con il più alto debito pro-capite di Italia ed un elevato squilibrio nelle partite correnti. Un forte deficit della capacità amministrativa con personale esiguo e con alta età media, grandi carenze nei processi di digitalizzazione, grande debolezza nella capacità di acquisizione e di spesa dei fondi esterni. La conseguenza di tutto ciò si riverbera in una modestissima capacità di riscossione e nella mancanza di risorse per la manutenzione della città e la gestione dei servizi essenziali.

Questa crisi strutturale, in un quadro esterno difficile aggravato dalla pandemia, ha determinato un progressivo impoverimento della città con un aumento della povertà assoluta ed una drammatica diaspora dei giovani che lasciano Napoli per migliori opportunità di lavoro e condizioni di vita. La marginalità e i divari sono aumentati e la città perde la parte più dinamica della sua popolazione con costi sociali altissimi che stanno diventando irreversibili.

Opposti con tutte le forze ad una procedura di dissesto che sembrava inevitabile

La debolezza amministrativa della città si concretizza altresì in un momento nel quale le sfide e le opportunità del PNNR richiedono invece una straordinaria capacità di risposta senza la quale sarebbe impossibile cogliere questa occasione unica e irripetibile che deriva dai fondi europei per dare una risposta concreta alle aspettative dei napoletani e contribuire al rilancio ed alla crescita del paese.

Questi sono i motivi per cui ci siamo opposti con tutte le forze ad una procedura di dissesto che sembrava inevitabile e che avrebbe compresso ulteriormente i margini di spesa corrente e di investimento senza una concreta prospettiva di ripartenza.

Patto tra Comune e Governo

Ogni visione nuova di Napoli deve partire da solide fondamenta con una amministrazione rigenerata da competenze aggiornate e da tante forze giovani, con servizi riorganizzati in modo da essere più efficienti ed efficaci, con capacità di attrazione di investimenti pubblici e privati all’altezza delle sfide dei tempi.

Tutto ciò si può realizzare solo con un rinnovato rigore amministrativo e con nuovi investimenti in capitale umano ed infrastrutturale. Con un Patto tra Comune e Governo che replichi lo spirito europeo del PNRR. Risorse in cambio di impegni per riforme e investimenti con obiettivi di qualità e tempi certi.

Questo percorso è stato sostenuto da tutte le forze politiche presenti in Consiglio Comunale, che ringrazio particolarmente, da tutti i livelli istituzionali, a partire dalla Regione Campania, e da tutte le forze sociali e produttive che hanno mostrato uno straordinario livello di compattezza.

Essere all’altezza della sfida

Il Governo nazionale ha condiviso con noi questo approccio che ha portato all’approvazione della norma nella legge di Bilancio. E poi un lungo e costruttivo confronto che ha condotto alla definizione del Patto che firmiamo.

Grazie al presidente Mario Draghi e al governo, a partire dal ministro Franco e al sottosegretario Garofoli, che hanno creduto in questo grande progetto di rilancio. Grazie a tutte le forze politiche nazionali che lo hanno fortemente sostenuto. E grazie ai napoletani che stanno avendo fiducia in un nuovo futuro per la città.

Abbiamo riconquistato un nuovo capitale reputazionale, un capitale prezioso da custodire gelosamente, ed il Governo ci ha dato una nuova chance.

Adesso tocca a noi dimostrare di essere all’altezza della sfida, come Istituzioni e come cittadini. È possibile ricostruire Napoli soltanto attraverso uno sforzo collettivo. Ora siamo chiamati a compierlo, con la consapevolezza di non essere più da soli e la certezza di riprenderci il posto che meritiamo: una grande città porta dell’Europa sul Mediterraneo”.

Sintesi del discorso del premier Mario Draghi

“In questa sala magnifica – dove un tempo sedevano i re angioini e oggi si riunisce il consiglio comunale – è passata la storia di Napoli e di tutto il Mezzogiorno. Una storia che ha portato Napoli a essere nei secoli un punto di riferimento, non solo in Italia, ma in Europa e nel mondo. A Napoli fu istituita la prima cattedra di economia d’Europa, affidata a Antonio Genovesi. La sua tradizione intellettuale e artistica va da Benedetto Croce a Matilde Serao, da Eduardo De Filippo a Paolo Sorrentino…

L’obiettivo del piano è colmare i divari territoriali, ormai insopportabili. Il reddito pro capite del Mezzogiorno è infatti poco più della metà di quello del Centro-Nord e il tasso di disoccupazione è più del doppio…

Ammettere l’esistenza di una ‘questione meridionale’

Dobbiamo ammettere l’esistenza di una ‘questione meridionale’, ma dobbiamo allo stesso tempo evitare che si riduca a sterili rivendicazioni. Dobbiamo affrontarla con urgenza, determinazione, unità. Perché l’Italia tutta ha bisogno che Napoli e il Mezzogiorno siano un motore del Paese…

A Napoli, investiamo sulla metropolitana, sulla rete tranviaria, sugli autobus. Sperimentiamo una nuova concezione di mobilità urbana, basata sulla sostenibilità e sulle tecnologie digitali…

Dobbiamo saper investire su chi è stato lasciato ai margini della vita economica. Mi riferisco in particolare alle donne e ai giovani, le cui difficoltà a trovare un lavoro ben pagato sono allo stesso tempo una causa e una conseguenza dei ritardi di crescita del Mezzogiorno”.

Comunicato Comune di Napoli

SLIDE Patto per Napoli

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